
VENEZIA
Su una suggestione di Dalmazio Ambrosioni, nuovo membro del consiglio di Fondazione l’esposizione “Venezia” propone le opere della fotografa Gabriella Corti e i disegni di Adriano Crivelli, uno dei maggiori vignettisti svizzeri, che per l’occasione torna ai suoi primi amori, disegno e acquarello. Dato la recente annessione della Fondazione Epper allo stabile della Fondazione Gérard e la conseguente condivisione degli spazi espositivi, i curatori, Diana Mirolo e Dalmazio Ambrosioni, hanno deciso di omaggiare l’amore di Rolf Gérard nei confronti della Serenissima facendo convergere i due artisti attorno a una contemporanea rappresentazione della città sull’acqua.
Una, cento, mille Venezie. Ognuno la sua. Nella realtà e nelle rappresentazioni. Il moltiplicarsi degli sguardi conferma che è svanita la Venezia standard. Della storia, dei monumenti, di atmosfere vertiginose e delle coppie in viaggio di nozze, dei gondolieri e dei monumenti in rovina. Una Venezia retro, definitivamente sommersa da una parte dalla poderosa opera di recupero e restauro, dall’altra dall’ingordigia d’un turismo assalitore e predatore. Un consumismo divorante, dove tanti palazzi storici si trasformano in grandi magazzini, pur conservando talvolta strane presenze, come un’edicola mariana del Cinquecento, sopravvissuta chissà come. E così ad ogni ritorno troviamo una Venezia diversa. Ogni volta cerchiamo punti di riferimento stabili, qualcuno o qualcosa che ci aiuti a rimettere ordine nella Venezia degli occhi, della memoria, del cuore. A ritrovare tracce non ancora fagocitate dall’invasione (barbarica) del moderno. Ho visto Venezia: bella, poetica ma quanta gente, quanta fatica. Troppo di tutto.
Le fotografie di Gabriella Corti su carte preziose, i disegni e gli acquarelli (con la tecnica dell’ecoline) del cahier de voyage di Adriano Crivelli ci aiutano a fare pulizia. A rimettere ordine nella nostra personale Venezia. Quella interiore. Quella che sa darci qualcosa che altri “luoghi” non ci possono dare.
Ci aiutano a fermare quel diluvio di false Venezie che minaccia di prendere il sopravvento. A ristabilire il contatto autentico con le cose, le atmosfere, i paesaggi – vasti e grandiosi, ma anche piccoli, minimi – e, al tempo stesso, a ravvivare il nostro sguardo, la capacità di vedere e recepire. Di interiorizzare. Per poi accorgerci, alla fine di questo viaggio tra disegni, acquarelli e fotografie pittoriche, che non solo abbiamo ripulito la nostra memoria, ma ci ritroviamo con un nuovo sguardo, una nuova capacità di vedere e di sentire.